lunedì 22 novembre 2010

Se il regalo di compleanno diviene un’ancora di salvezza

È vero, sempre e comunque, che ogni individuo è unico, diverso e insostituibile. È vero, inutile discuterne, ogni persona è importante e unica. Ma, spesso, in questo nostro mondo le circostanze portano a pensare il contrario, sia di noi stessi che degli altri. È per questo, probabilmente, che ci sono ancore a cui ci si lega saldamente per non affondare nel mare magnum dei “cattivi pensieri”. Cattivi pensieri che troppo spesso conducono a sindromi depressive più o meno intense.

La prima ancora a cui ci si lega è il proprio nome. Ognuno, nel bene e nel male, è orgoglioso del proprio nome, del suo significato, di come suona quando lo si pronuncia. La seconda ancora è il proprio compleanno.

Anche se spesso non viene espresso a parole, per paura di quello che la gente possa pensare o per timidezza, c’è un pensiero comune grosso modo a tutti. Si può riassumere con il concetto di “il giorno del mio compleanno è il MIO giorno”, ovvero “oggi sono il re del mondo”. È importante ricordare il proprio compleanno, ma ancora di più è importante che altri ricordino il nostro compleanno.

È un’ancora, per questo, alle tempeste della vita, il ricevere un regalo di compleanno. Fa toccare con mano l’affetto, l’amore e l’importanza che si riveste presso le persone che contano, per noi. Spesso, ricevere in regalo una foto, un ninnolo, un album di fotografie, un biglietto di auguri personalizzato diviene motivo di gioia profonda e grande. Sono regali semplici, sono regali economici, forse umili nella concezione comune. Ma sono regali d’amore profondo, amore sia di stampo amicale che non. Ma sono questi regali, fatti con il cuore, che spesso diventano quella zattera a cui è possibile aggrapparsi nei momenti bui, permettono di pensare, con sollevo e gioia “non sono solo, c’è chi mi vuol bene”.

Forse non ci si pensa, lo si fa in maniera istintiva, ma un bel regalo diviene per sostanzialmente tutti, e noi per primi, importante e fondamentale.

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